DOVE NASCE IL GOLF:
Si racconta che il Golf sia nato in Olanda addirittura nel 1300, ma non ci sono testimonianze certe, solamente alcuni racconti narrati e giunti sino a giorni nostri.
Questi racconti parlano di pastori che colpivano dei sassi con dei bastoni ricurvi, gioco che si chiamava “Kolf” che in olandese significa mazza.
In tempi ancora più antichi, in periodi Romani, si giocava ad un gioco con un bastone ricurvo e una pallina di cuoio imbottita di piume che prendeva il nome di “paganica”.
La pallina dalle documentazioni sembra che fosse molto più grande (10-18 cm di diametro), e quindi lontana dalle dimensioni della pallina da Golf che conosciamo oggi.
Secondo la teoria di alcuni storici,la “paganica” sarebbe all’origine poi degli altri giochi sviluppatisi nel nord Europa come il “chole”, il “crosse”,il “Kolven” e la “Cambuca” che si giocava in Inghilterra verso la metà del XIV Secolo.
I giocatori si servivano di una mazza ricurva e di una pallina di piume.
1963: Un proclama reale vietava ai maschi in buona forma fisica qualsiasi gioco nei giorni festivi e incentivava la pratica con l’Arco, sicuramente molto importante per difendersi in quel periodo.
Il campo dove si ha testimonianza dei primi giocatori è in Scozia, a “Musselburgh” e si chiama “Royal Oldest Golf Club”, e vari documenti dimostrano che già ai primi del 1500 si disputavano le prime partite su di un campo a 7 buche.
Il campo è ancora oggi li dove è nato, all’interno di un ippodromo, e quando la domenica ci sono le corse dei cavalli viene suonata una campanella per i giocatori che si devono fermare fino al termine della competizione.
È li che hanno iniziato a codificare le regole che oggi fanno arrabbiare tanto i giocatori che non le conoscono.
Si narra una storia molto divertente accaduta intorno al 1800:
Il responsabile del campo stufo di dover creare la buca con una piccola vanga o un coltellino si recò nella ferramenta di un suo amico proprio di fronte al percorso, chiedendogli di prestargli qualcosa di cilindrico che potesse aiutarlo a tagliare una buca per i green.
L’amico proprio in quel momento stava finendo di tagliare una grondaia e gliene diede un pezzo.
Il green keeper ci attaccò un manico per essere più comodo e non doversi piegare e cominciò ad usare questo strumento per tagliare le buche.
Faceva molta meno fatica e impiegava pochissimo tempo con risultati migliori perché le buche erano regolari.
Dopo qualche tempo a St’Andrews si accorsero di questo Green keeper che faceva delle buche perfette rispetto agli altri campi e i giocatori volevano andare a giocare tutti nel suo campo.
Così decisero di approvare l’invenzione e codificarono per tutto il mondo la dimensione della buca in 10,8 cm o più semplicemente del diametro della grondaia di Musselburg……..
IL CAMPO DA GOLF:
Un moderno campo da golf deve sorgere su una superficie di almeno 50-60 ettari e per la sua costruzione il primo passo da compiere è lo studio dei parametri tecnici dell’area. Peculiarità quasi unica del golf è il fatto che si giochi su un’area sempre diversa: non può esistere un campo standard dal punto di vista dell’ecosistema e quindi della presenza di specie animali e vegetali.
Il golf si pratica su campi in erba suddivisi normalmente in 18 buche di lunghezza variabile, all’incirca, dai 70 ai 550 m e dalla larghezza media di 40 m. Esistono anche campi composti da un diverso numero di buche (3, 6, 9, 27, 36), ma il giro convenzionale è sempre di 18 buche. La lunghezza totale di un campo da golf di 18 buche varia in media dai 5500 m ai 6500 m.
Per buca si intende tutta l’area compresa tra la piazzola di partenza (tee) e quella d’arrivo (putting green), dove è sistemata la buca vera e propria; ciascuna buca è composta dunque da diverse parti, la prima delle quali è appunto la zona pianeggiante da cui parte il gioco, delimitata da appositi segnali, detta tee, nome condiviso con i supporti in legno che possono essere utilizzati per tenere la palla sollevata da terra nel colpo di partenza (le donne giocano da tees più vicini alla buca rispetto agli uomini); al tee segue, normalmente, un’area di erba alta, di lunghezza e larghezza variabile, detta rough. L’area di erba accuratamente rasata, all’interno della quale si dovrebbe cercare di mantenere la pallina, è detta fairway; nella zona di gioco possono essere presenti vari ostacoli, piante, specchi d’acqua e bunker: questi ultimi sono una sorta di trappole di sabbia che si trovano per lo più ai bordi del green, l’area al termine della buca, dalla forma più o meno circolare, dove l’erba è tagliata ancor più finemente e dove finisce il gioco. Qui è ricavata la buca propriamente detta (hole), che ha un diametro di 10,8 cm e una profondità di 10-15 cm, con infilata l’asta della bandierina che ne indica la posizione durante il gioco.
Per ogni buca è necessaria la presenza di tee e green, mentre forma e disposizione di altri ostacoli variano caso per caso: ci sono campi pianeggianti o fortemente ondulati, costruiti nel mezzo di foreste o privi di alberi, campi costruiti in riva al mare e fortemente ventosi e campi con ostacoli d’acqua artificiali. Anche le semine d’erba e il tipo di sabbia utilizzato per i bunkers variano; addirittura il medesimo impianto può cambiare caratteristiche per motivi meteorologici e inoltre la commissione sportiva può variare le condizioni di gioco (posizionamento di bandiere e marcatori di partenza ecc.).
Le buche possono essere ‘par 3′, ‘par 4′ o ‘par 5′ a seconda del numero ideale di colpi per concludere la buca; così per esempio una buca par 3 dovrebbe essere giocata idealmente in tre colpi. Ovviamente è anche possibile terminare una buca in un numero di colpi inferiore o superiore al par; un giocatore che conclude una buca con un colpo in meno del par (per es. 4 colpi in un par 5) segna un birdie, un giocatore che conclude una buca in due colpi meno del par segna un eagle, un giocatore che conclude una buca con tre colpi meno del par (evento rarissimo anche tra i professionisti) segna un albatross, mentre un giocatore che conclude una buca con uno, due, tre colpi in più del par segna rispettivamente un bogey, un doppio bogey, un triplo bogey e così via. Le buche par 3 variano in lunghezza approssimativamente da 70 a 200 m, le buche par 4 da 260 a 400 m, le buche par 5 da 450 a 550 m. Un campo di 18 buche ha normalmente par 72, ma esistono anche campi che giocano 71 o 70 di par.
BIBLIOGRAFIA:
- http://www.placesonline.es/guias.asp
- http://www.treccani.it/enciclopedia/golf_(Enciclopedia-dello-Sport)/
- http://accademiadelgolf.it/pag.php?tab=2&id=37
- http://giannidavico.it/campopratica/2013/06/14/una-foto-una-storia/
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