Questi test si consiglia di svolgerli al coperto, preferibilmente su di una superficie che simuli il tappeto erboso. Le distanze maggiormente valutate in letteratura sono comprese tra i 5 ed i 50 metri. Molto importante è standardizzare i protocolli, per rendere il test più veritiero e riproponibile in futuro.
Normalmente si registrano i tempi di 2 sprint, uno più breve (5-10 mt) ed uno più lungo (30-40 mt).
Per la registrazione dei dati è consigliabile utilizzare delle fotocellule elettriche, le quali saranno posizionate sulla linea di partenza (o mt), a 10 metri ed all’arrivo (es. 30 mt). Per avere una valutazione più precisa deve essere tracciata una linea un metro prima della fotocellula posizionata sulla linea di partenza.
I calciatori iniziano il test posizionando il piede preferito sulla linea di partenza e quando sono pronti scattano fino al massimo delle loro forze, attraversando tutte e tre le fotocellule fino alla linea di arrivo.
Il test deve essere ripetuto almeno 3 volte e tra una valutazione e la successiva deve passare un tempo di recupero di almeno 2 minuti (non inferiore). Alla fine delle tre prove vengono registrati i tempi della prova più veloce sulla distanza massima presa in esame (es. 30 mt) e sulla distanza breve relativa ala stessa valutazione ( es.10 mt).
Per svolgere correttamente il test bisogna seguire dei punti base:
- Far eseguire un buon riscaldamento ai calciatori che si vogliono valutare;
- Posizionare correttamente alle distanze scelte le fotocellule;
- Posizionare la linea di partenza 1 mt. prima dalla fotocellula di partenza;
- Posizionare le altre 2 fotocellule in linea retta rispetto la prima;
- Far eseguire 3 prove con almeno 2 minuti di pausa tra una prova e la successiva;
- Prendere in esame la prova migliore sulla lunga distanza ed il rispettivo tempo sulla distanza corta.
- Dare informazioni al calciatore sull’esito del test sola alla fine di tutte e tre le prove.
Rielaborazione testo effettuata da: Riccardo Monzoni
BIBLIOGRAFIA:
- Test per lo sport e l’attività fisica; (2010) Calzeti e Mariucci; pag.249
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