Gianna Di Sario PhD
1Department of Biomolecular Sciences – University of Urbino Carlo Bo, Urbino, Italy.


ImmagineIn letteratura il cancro è una patologia generalmente associata all’età adulta e che raramente dovrebbe colpire pazienti in età pediatrica. Ma la realtà ci ha insegnato che si tratta di un evento sempre meno raro, motivo per cui studi a riguardo sono in continua evoluzione (San Juan AF W. K., 2011) .

Negli ultimi anni è stato dimostrato che in pazienti oncologici adulti, durante la terapia o che sono sopravvissuti al cancro, un adeguata attività fisica (lieve-moderata) può essere determinante per migliorare il proprio stato di salute, superare gli effetti collaterali sia fisici che psicosociali indotti dalla malattia e dalle terapie (Zhang FF, 2012) , aiutare,dunque, fisicamente e moralmente il paziente a voltare pagina.
Per quanto riguarda i bambini affetti da cancro, però, molti meno studi sono stati effettuati finora;ciò non toglie che ricerche ancora in corso stanno dimostrando come ,anche in questo tipo di pazienti, un attività fisica appropriata sia sicura, benefica nonché possibile da attuare (Wolin KY R. J., 2010).
Difatti ,applicando un programma di allenamento personalizzato, è possibile migliorare le condizioni di un paziente che mostra una riduzione della forza muscolare, stanchezza persistente,danni alle estremità dei nervi, riduzione della funzionalità cardiovascolare a causa di danni ai polmoni e al cuore nonché difficoltà psicosociali quali ansia, paura, depressione, isolamento sociale; in definitiva una riduzione dei livelli di salute dovuti ad un peggioramento della qualità di vita(HRQOL), tutte conseguenze che interessano almeno la metà dei pazienti pediatrici affetti da queste patologie (San Juan AF et al., 2007) (van Brussel M, 2011) (San Juan AF et al., 2008) (Gocha Marchese, Chiarelli, and Lange 2003) (Norris and M 2010) (Braam et al. 2013).
Questa condizione, associata ad uno stile di vita indubbiamente sedentario del malato porterebbe non solo ad un peggioramento degli effetti collaterali precedentemente elencati, ma anche ad ulteriori conseguenze tipiche di uno stile di vita con scarsa attività fisica quali diabete, ipertensione,disagi alle coronarie, osteoporosi nonché all’aumento della probabilità di ricomparsa di cellule tumorali (Wolin KY R. J., 2010) (San Juan AF ,et al. 2011) (Swaminathan S, 2012) (Mendes, Sousa, and Themudo Barata 2011).
Ovviamente  i bambini malati di cancro sono più sedentari dei loro coetanei sani a causa del diverso stile di vita , delle terapie attuate (chemioterapie,radioterapie) (Lucia, Earnest, and Perez 2003), nonché dallo ‘spectrum of disuse’ ovvero la tendenza a non far effettuare esercizi fisici ad un bambino sopravvissuto ad un cancro o ancora in terapia (con diagnosi di sopravvivenza)da parte di medici e parenti.
L’inattività di questi ragazzi è dovuta anche al fatto che più del 70% degli insegnanti di educazione fisica(valore riferito alle scuole canadesi) non sono a conoscenza di quali esercizi possono essere più adatti per un bambino affetto o sopravvissuto al cancro (Robertson AR, 2002); nonché dal fatto che la malattia interessa questi pazienti proprio in una fascia di età in cui normalmente il bambino viene inizializzato all’attività sportiva (K. B. Oeffinger et al. 2001).
In questi anni, un gruppo di ricercatori di Spagna, Paesi Bassi, Stati Uniti,Germania e Canada  sta elaborando un ‘POEM’ ,un manuale di esercizi di educazione fisica da applicare in oncologia pediatrica da far consultare ed applicare ai professionisti del settore, il primo manuale che si prefigge lo scopo di fornire non solo linee guida ma veri e propri esercizi da far applicare ai pazienti. In  Canada(Calgary),USA e Australia sono stati selezionati i tre gruppi di pazienti pediatrici su cui si stanno testando gli effetti di questa ‘ terapia’ all’insegna del divertimento, e nessun effetto negativo è stato finora riscontrato.
L’attività fisica è  ,dunque, un modo con la quale il bambino può abbattere quelle barriere che sono state create tra lui e la società durante la malattia, facilitando così la sua reintegrazione nella comunità .
Grazie alle ricerche portate avanti negli ultimi 30 anni è stato possibile aumentare in maniera esponenziale le aspettative di vita di un paziente oncologico pediatrico (ca.80% di sopravvivenza) (K. C. Oeffinger et al. 2006).Diffondere l’importanza dell’educazione fisica a bambini sani ci aiuterà a ridurre gli adulti malati,mentre diffondendola a bambini malati ci aiuterà a farli crescere più sani.


BIBLIOGRAFIA:

LINK Official Article (English languages): http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3709134/?log$=activity

Braam, K.I., P. Van Der Torre, T. Takken, M.A. Veening, B.E. Van Dulmen-den, and G.J. Kaspers. 2013. “Physical Exercise Training Interventions for Children and Young Adults during and after Treatment for Childhood Cancer.” Cochrane Database Syst Rev 30 (4).
Gocha Marchese, V.C.L., L.A. Chiarelli, and B.J. Lange. 2003. “Strength and Functional Mobility in Children with Acute Lymphoblastic Leukemia.” Pediatric Blood e Cancer 40 (4): 230–232.
Lucia, A., C. Earnest, and M. Perez. 2003. “Cancer-Related Fatigue: Can Exercise Physiology Assist Oncologists?” Lancet Onco 4 (10): 616–625.
Mendes, R., N Sousa, and J.L. Themudo Barata. 2011. “Physical Activity and Public Health: Recommendations for Exercise Prescription.” Acta Med Port 24 (6): 1025–1030.
Norris, J.M., and N.R. M. 2010. “Families of Young Pediatric Cancer Survivors: A Cross-Sectional Survey Examining Physical Activity Behavior and Health-Related Quality of Life.” Pediatr Oncol Nurs 27 (4): 196–2018.
Oeffinger, K.B., G.R. Buchanan, D.A. Eshelman, and al. et. 2001. “Cardiovascular Risk Factors in Young Adult Survivors of Childhood Acute Lymphoblastic Leukemia.” Journal of Pediatric Hematology/Oncology 23 (7): 424–430.
Oeffinger, K.C., A.C. Mertens, C.A. Sklar, and al. et. 2006. “Chronic Health Conditions in Adult Survivors of Childhood Cancer.” N Engl J Med 355 (15): 1572–1582.

Gianna Di Sario

Ricercatrice presso l'Università di Londra UCL. PhD presso Università di Urbino carlo Bo (DISB). Dottoressa Magistrale in Biologia Molecolare, Sanitaria e della Nutrizione. Socio fondatore e Autore dell'associazione di formazione Esperti Formatori Sportivi.

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