“Universo del Corpo” di Pier Paolo Mariani
Le correnti elettriche impiegate a scopo riabilitativo si suddividono in due gruppi: correnti continue e correnti variabili o alternate, nelle quali la direzione del flusso degli elettroni cambia periodicamente. Gli effetti del passaggio di una corrente elettrica attraverso un tessuto biologico possono essere chimici o termici. La natura e l’intensità degli effetti biologici variano in funzione del tipo di tessuto attraversato e dei parametri della corrente elettrica applicata, cioè intensità, durata, tipo di onda, modulazione e polarità. In ambito clinico l’elettroterapia è utilizzata con diverse finalità: stimolazione muscolare e di fibre sensitive allo scopo di ridurre il dolore, creazione di un campo elettrico sulla superficie cutanea per veicolare sostanze medicamentose, generazione di un campo elettrico intratessutale per stimolare i processi riparativi. La corrente galvanica è una corrente continua, cioè di intensità costante e unidirezionale. La terapia galvanica si basa sugli effetti elettroforetici che si sviluppano localmente con incremento del flusso sanguigno tra i due elettrodi. Tale incremento consentirebbe un più rapido smaltimento dei prodotti chimici legati all’infiammazione, con attenuazione della sintomatologia dolorosa. Le correnti galvaniche sono quindi impiegate nelle alterazioni post-traumatiche di contusioni e distorsioni o nelle forme infiammatorie dell’apparato muscoloscheletrico. Oltre agli effetti tonotrofici sul tessuto muscolare e a quelli analgesici sulle terminazioni nervose, devono essere ricordati gli effetti elettrolitici che consentono di veicolare sostanze medicamentose, dotate di polarità ionica, attraverso la strato isolante della cute sino agli strati più profondi (ionoforesi). Con la diatermia, rendendo intermittente l’emissione di energia, è possibile ridurre gli effetti termici di una corrente elettrica. In pratica, il calore che si produce nei tessuti nella fase di erogazione viene disperso in quella successiva, molto più lunga, in cui si ha interruzione dell’emissione. Uno dei vantaggi offerti da questo tipo di terapia è appunto la riduzione dei fenomeni termici indesiderati, quali le ustioni cutanee, con conservazione dei fenomeni elettromagnetici. Due forme di diatermia sono usate in campo fisioterapico. La prima è la diatermia con onde brevi, la cui frequenza è di 27 MHz, con una lunghezza d’onda di 11 m. Usualmente il paziente o la parte corporea da trattare sono posizionati tra i due elettrodi. La corrente passante da un elettrodo all’altro attraversa il paziente, che diviene quindi parte integrale del circuito elettrico, e provoca un’intensa oscillazione delle molecole polarizzate, quali l’acqua, con effetti termici che si sviluppano in profondità. L’altro tipo di diatermia è quella a microonde, aventi una frequenza di 2450 MHz e una lunghezza d’onda di 12 cm. Con questo tipo di diatermia è possibile concentrare gli effetti biologici della corrente, consentendo una maggiore penetrazione dell’energia elettromagnetica, oltre i 5 cm al di sotto dello strato cutaneo.
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“SOCIO SPECIALISTA” Dott. Michele Di Pillo
BIBLIOGRAFIA:
- J. Bruxelle, La stimulation électrique périphérique à visée antalgique, inEncyclopédie Médico-Chirurgicale, Paris, Elsevier, 1997.
- F.J. Kottke et al., Krusen’s handbook of physical medicine and rehabilitation, Philadelphia, Saunders, 19904 (trad. it., Roma, Verduci, 1990).
- M. Moselli, Elementi di fisioterapia pratica, Torino, Minerva Medica, 1979.
- M. Pizzetti, i. caruso, Compendio di medicina riabilitativa, Roma, Edizioni Mediche Scientifiche Internazionali, 1982.
- W. Prentice, Rehabilitation techniques in sports medicine, St. Louis (MO), Mosby, 1994.
SITOGRAFIA:
- http://www.chinesport.it/catalogo/elettromedicali/elettroterapia/
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