FOTOTERAPIA

“Universo del Corpo” di Pier Paolo Mariani

La fototerapia utilizza le radiazioni luminose e infrarosse (IR), in grado di sviluppare prevalentemente energia calorica, e le radiazioni ultraviolette (UV), che sviluppano soprattutto energia chimica. I fenomeni luminosi percettibili dall’occhio umano hanno una lunghezza d’onda compresa tra i 4000 e i 7600 Å. Le bande luminose non percettibili, al di qua e al di là dei limiti sopra esposti, sono quelle infrarosse e quelle ultraviolette. La fototerapia infrarossa utilizza onde luminose con una lunghezza d’onda compresa tra i 7600 e i 150.000 Å, ma nella pratica clinica si utilizzano comunemente radiazioni di circa 40.000 Å. I raggi infrarossi sembrano possedere la capacità di penetrare la cute sino a una profondità compresa tra 1 e 10 mm. L’effetto termico cutaneo dipende direttamente dall’assorbimento delle radiazioni e causa un incremento della circolazione capillare superficiale dell’area irradiata con liberazione di sostanze istaminosimili e aumento degli scambi cellulari. Espressione visibile di tali effetti è la comparsa di un eritema cutaneo. La fototerapia infrarossa è impiegata anche per la sua azione analgesica, legata alla paralisi dei recettori cutanei e muscolari. Gli effetti locali determinano poi una serie di reazioni generali a catena: ipotensione arteriosa, innalzamento della temperatura corporea, iperventilazione polmonare, maggior eliminazione dell’anidride carbonica, aumento della diuresi e perdita transitoria del peso corporeo per una più abbondante eliminazione dei liquidi. La fototerapia infrarossa trova indicazione nelle lesioni traumatiche subacute, nell’artrosi, nelle turbe arteriose periferiche e, inoltre, nelle ulcerazioni anche estese della cute, nelle piaghe da decubito, nelle ulcere varicose, nelle cicatrici cutanee distrofiche. La fototerapia ultravioletta, o attinoterapia, utilizza onde comprese tra i 1800 e i 4000 Å e in questo arco si distinguono due frazioni: una a onda corta e una a onda ultracorta. L’azione biologica degli ultravioletti è strettamente legata alla lunghezza d’onda delle radiazioni. Quelle con lunghezza d’onda superiore ai 2900 Å stimolano il metabolismo cellulare, quelle inferiori ai 2900 Å hanno invece un’azione deprimente. Quest’ultima azione è ampiamente utilizzata in medicina per effettuare la sterilizzazione di ambienti o attrezzature medicali, in quanto pressoché tutti i batteri risultano sensibili all’azione battericida dei raggi ultravioletti: il bacillo di Koch e gli stafilococchi muoiono dopo solo 5-10 s di esposizione ai raggi UV, mentre i virus subiscono trasformazioni con perdita della loro virulenza. Nella terapia riabilitativa, si utilizzano esclusivamente radiazioni ultraviolette con onde superiori a 2900 Å. I raggi UV possiedono una scarsa penetrabilità della cute, essendo il 50% di essi assorbito dallo strato epidermico (non oltrepassando 0,8 mm di profondità) ove causano un eritema cutaneo per effetto fotochimico diretto sui chemiorecettori che reagiscono liberando i pigmenti di melanina. Da un punto di vista clinico, gli ultravioletti favoriscono localmente l’ossidazione dei lipidi della pelle con incremento dell’azione battericida e a livello generale un aumento dei leucociti e degli eritrociti, ma solo in presenza di eritropenia. L’effetto metabolico generale è principalmente legato alla trasformazione del 7-deidro-colesterolo, o provitamina D, in vitamina D e alla riduzione del tasso glicemico per incremento dei processi ossidativi. Da tali effetti biologici derivano le applicazioni della fototerapia ultravioletta nel trattamento del rachitismo e della osteomalacia in associazione alla terapia farmacologica. L’effetto battericida degli ultravioletti è stato in passato utilizzato come coadiuvante nella terapia della tubercolosi chirurgica e attualmente trova impiego nel trattamento topico delle ferite infette o da decubito. Infine, la fototerapia ultravioletta è ampiamente usata in diverse malattie cutanee, quali la psoriasi, l’alopecia seborroica, la foruncolosi.

Per maggiori informazioni in merito, contattare il nostro
“SOCIO SPECIALISTA” Dott. Michele Di Pillo

BIBLIOGRAFIA:

  • J. Bruxelle, La stimulation électrique périphérique à visée antalgique, inEncyclopédie Médico-Chirurgicale, Paris, Elsevier, 1997.
  • F.J. Kottke et al., Krusen’s handbook of physical medicine and rehabilitation, Philadelphia, Saunders, 19904 (trad. it., Roma, Verduci, 1990).
  • M. Moselli, Elementi di fisioterapia pratica, Torino, Minerva Medica, 1979.
  • M. Pizzetti, i. caruso, Compendio di medicina riabilitativa, Roma, Edizioni Mediche Scientifiche Internazionali, 1982.
  • W. Prentice, Rehabilitation techniques in sports medicine, St. Louis (MO), Mosby, 1994.

SITOGRAFIA:

  • http://www.lovetecnologiain.com/

Riccardo Monzoni

Dottore in scienze Motorie, Docente di preparazione fisica della Federazione Italiana di Tiro con l'Arco (F.I.T.ARCO), specializzato in Psicologia dello Sport, video-analisi e programmazione di allenamenti personalizzati in sport di squadra ed individuali. Personal Trainer a domicilio

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